Le polizze Long Term Care servono per coprire le spese che si devono sostenere in seguito alla perdita dell’autosufficienza per infortunio, malattia o vecchiaia.
La copertura si attiva quando l’assicurato non può più provvedere autonomamente ai propri bisogni primari.
La prestazione viene erogata nel momento in cui si verifica l’incapacità di svolgere in modo presumibilmente permanente, anche con l’aiuto di speciali apparecchiature, un numero minimo (di solito fissato a tre) delle seguenti attività ordinarie della vita quotidiana dette Activities of Daily Living (ADL):
1. Lavarsi: capacità di lavarsi nella vasca o nella doccia (e anche di entrare e uscire dalla vasca o dalla doccia) o lavarsi in modo soddisfacente in altro modo.
2. Vestirsi: capacità di indossare, togliersi, allacciare e slacciare ogni tipo di indumento ed, eventualmente, anche bretelle, arti artificiali o altri apparecchi protesici.
3. Alimentarsi: capacità di ingerire senza aiuto il cibo preparato da altri.
4. Andare in bagno: capacità di andare in bagno o comunque di mingere ed evacuare in modo da mantenere un livello di igiene personale soddisfacente.
5. Mobilità: capacità di muoversi in casa da una stanza all’altra sullo stesso piano.
6. Spostarsi: capacità di passare dal letto ad una sedia o sedia a rotelle e viceversa.
Ci sono anche altri indicatori utilizzati per stabilire lo stato di non autosufficienza di una persona, ma quello che usa l’Activities of Daily Living al momento è quello più diffuso.
A fronte del pagamento di un premio unico o periodico, l’assicurato potrà ottenere, al verificarsi di una riduzione della propria autosufficienza, una indennità in forma di rendita, oppure potrà beneficiare di determinati servizi assistenziali offerti direttamente dalla compagnia assicurativa o da una rete di cliniche, medici e/o personale convenzionato.
I premi delle polizze Long Term Care attualmente godono della detrazione di imposta
Mentre le rendite percepite in caso di perdita dell’autosufficienza sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).
L’assistenza di lungo periodo e le spese sanitarie richiedono un flusso di risorse stabile in età anziana e i neopensionati dovranno garantirsi un certo tenore di vita, per questo risulta intelligente assicurarsi.
Oltretutto, quando l’assistenza socio-sanitaria pubblica è insufficiente l’onere ricade sui figli. Chi vorrebbe compromettere l’equilibrio economico futuro dei nostri pargoli e/o intaccare i risparmi che abbiamo accantonato con tanta fatica in tutta una vita?
Il Censis ha rilevato che nel 2010 il 32% delle famiglie italiane ha dovuto affrontare gravi situazioni di disagio legate alla necessità di assistere
· persone non autosufficienti;
· malati terminali;
· portatori di handicap;
· persone con dipendenza da alcol e/o droghe;
· ma anche di sopperire all’improvvisa disoccupazione di un loro congiunto.
Si tratta di disagi gestiti dalle famiglie in totale autonomia (59%) o con il sostegno di amici o parenti (28%) a causa dell’assenza o comunque di uno scarso apporto del sistema di welfare che in questi casi presenta, ancor oggi, delle vere e proprie falle.
Nel rapporto del 2019 relativo al 2018 il Censis ha evidenziato che le persone non autosufficienti erano circa 3,5 milioni. Gli anziani non autosufficienti erano più di 2,8 milioni, ovvero il 20,7% del totale degli anziani e l’81% sul totale della popolazione non autosufficiente.
La stima è che nel 2040 gli anziani non autosufficienti saranno più di 4,6 milioni, ovvero il 24,4% del totale degli anziani e l’82,5% sul totale della popolazione non autosufficiente che salirà a più di 5,6 milioni. Stiamo assistendo ad un invecchiamento della popolazione e ad un Servizio Sanitario Nazionale che non riesce a tenere il passo.
Le polizze Long Term Care sono uno strumento di tutela molto importante considerato l’innalzamento della vita media, la percentuale e il numero di non autosufficienti e il fatto di non poter più contare con certezza, come fatto dalle generazioni passate, sui figli, sulle nuore e sul Servizio Sanitario Nazionale.