Ogni tanto, mentre ci fermiamo a parlare tra di noi e con i clienti, questa, è una domanda che sorge quasi spontanea.
Assicurarsi – domani – sarà utile?
In questo breve articolo cercheremo di analizzare “asetticamente” la questione: buona lettura.
Come prima cosa occorre rimarcare un paio di concetti fondamentali: cosa è l’assicurazione e cosa vuol dire assicurarsi? L’assicurazione è uno strumento grazie al quale posso trasferire un rischio; è un mezzo che mi permette di prevenire, gestire e curare meglio determinate situazioni ed eventi che potrebbero verificarsi. Assicurarsi, di conseguenza, significa “alleggerirsi” di un peso, mettersi al sicuro, tutelarsi contro gli imprevisti.
Finita l’emergenza, tutto questo, sarà utile?
Gli strascichi che lascerà il COVID-19 saranno soprattutto di carattere economico.
Durante il nostro periodo di quarantena abbiamo dovuto intaccare le nostre risorse personali, quei gruzzoletti che con tanta fatica avevamo messo da parte.
Questo cosa implica? Essere più “poveri”, vulnerabili e insicuri.
In una situazione “normale”, determinati scenari e rischi, posso gestirli in autonomia; posso scegliere di non assicurare la mia casa, perché ho €10.000,00 da parte e nel malaugurato caso in cui dovesse succedere qualcosa, attingo a quelli.
Passata la quarantena, sarà sempre così? Oppure sarò economicamente più fragile?
Domani, vivremmo in un mondo ancora più incerto, perché, sia ben chiaro, ipocrita è chi pensa che tutto tornerà come prima. L’assicurazione rappresenta – da sempre – un’ancora, un punto fermo.
Assicurarsi BENE sarà indispensabile per non finire sul lastrico.
Occorrerà pensare alla nostra pensione perché no, non ci penserà l’INPS (o meglio, non sarà sufficiente).
Bisognerà pensare ad una copertura sanitaria perché il SSN (servizio sanitario nazionale) non è all’altezza.
E per le attività? Le attività (e gli imprenditori di conseguenza) dovranno fare della lungimiranza la loro forza.
Prendiamo spunto da quello che hanno fatto i dirigenti del famoso torneo di Tennis “Wimbledon”; Darren Rovell (uno degli organizzatori) ha affermato che grazie ai loro assicuratori, si sono salvati. Infatti, dal 2002 hanno stipulato e pagato una particolare assicurazione che prevede un indennizzo in caso di annullamento degli eventi per pandemie. Dal 2002 al 2020 hanno speso 34 milioni e ne hanno appena riscossi 141.
Dovremmo reinventarci, senza dimenticare i nostri punti fermi, e l’assicurazione, se fatta bene, è da sempre un punto di riferimento.